venerdì 29 ottobre 2010

Matera

   Sono stanco della mia apatia,
   della mia noia, dell'insofferenza,
   del mio odio, dell'inutilità,
   della mia ipocrisia.

   Non sopporto la mia falsità,
   la mia incoerenza, la mia presunzione,
   le mie paure, le mie incertezze,
   la mia pigrizia mentale.

   Fuggo da ciò che voglio veramente,
   da un fututo arcigno e spaventoso,
   dagli imperativi categorici,
   dalle alte aspettative.

   Perchè sono così ansioso di andarmene? Mi aspetto forse delle risposte da questo breve viaggio? Roma mi sta stretta. Le persone mi stanno strette. Ho bisogno di spazi più grandi, e di riflessioni più profonde, lontano, lontano, via da questa opprimente città. Voglio tornare cambiato. Voglio trovare l'equilibrio.

lunedì 18 ottobre 2010

Un uggioso sabato di ottobre

 Sai, ieri sono stato in giro per Roma, a fare foto. Mi sono comportato da turista nella mia città. Ho portato con me il lettore cd, che non uso quasi mai, e vari cd di musica classica: nel mio zaino, oltre alla giacca e a un libro, c'erano Schubert, Schumann, Mendelssohn, Liszt. E Chopin. Chopin, il mio ostacolo più grande, l'unico compositore che non ho mai avuto il coraggio di ascoltare da quando papà se n'è andato. Era il suo preferito. Amava Pollini, nella libreria di casa abbiamo alcune sue registrazioni, insieme a quelle di Kissin. Le ho portate con me. Il lettore cd è entrato alla perfezione nella borsa della mia Canon, e andavo in giro così, sotto la poggia, con una reflex e la mia musica in testa, in una Roma attraversata da turisti di ogni provenienza. Ero da solo, ma la compagnia di me stesso la preferisco di gran lunga a quella di molta altra gente.
  Sono partito da Piazza Venezia, dove pioveva. Poi sono andato al Colosseo, ho scattato qualche foto e preso la metro fino a Termini. Ho cambiato linea e sono arrivato a S. Pietro. La piazza era piena di sedie, transenne e macchine, e le immagini dei 6 neo-santificati si stagliavano sul fondo della piazza. Peccato che fosse ingombrata da tutta questa robaccia, ci sarebbero stati sicuramente soggetti più interessanti da fotografare. Poi sono passato sotto casa tua, con Liszt che accompagnava i miei passi. Sono rimasto fermo per un po' davanti al tuo portone, poi mi sono girato in direzione della fermata. Si stava facendo sera, e il Cupolone già riluceva di verde. Altre foto. Ha ricominciato a piovere, così flebilmente che neanche mi sono accorto di avere la testa zuppa. Leggo, ascolto Chopin. Dopo quasi un'ora, finalmente l'autobus arriva. Salgo. In piedi, vicino all cabina del conducente, cambio cd. Rachmaninoff. Cambio a Piazza Venezia. L'altare della patria è illuminato, bellissimo, ma il crudele 84 mi strappa dalla sua contemplazione. Arrivo a casa che sto ascoltando di nuovo Schubert. Scarico le foto sul pc. 32, ma me ne piacciono giusto un paio. Un pomeriggio quasi inutile. Quasi.

lunedì 11 ottobre 2010

Ares dominus mundi

  Uno dei miei libri preferiti, l'unico che sia riuscito a commuovermi, dice:

 LA GUERRA E' PACE
 LA LIBERTA' E' SCHIAVITU'
 L'IGNORANZA E' FORZA

  Inutile dire che si tratta di 1984, il capolavoro di Orwell. Scritto nel 1947, redatto una seconda volta nel '48, il titolo deriva dal rovesciamento di queste ultime due cifre: scelta vincente, che permise all'autore di trattare tematiche attuali per l'epoca in un futuro non troppo lontano dai lettori, facendo risultare così il romanzo tutt'altro che irreale, ma anzi, una possibilissima, e altrettanto prossima, conseguenza storica.
  L'attualità intrinseca del romanzo nei giorni nostri è spaventosa, e l'attuale governo non fa che perseguire gli ideali del Grande Fratello. D'altronde, è proprio dall'IGNORANZA, che il nostro ministro di (d)istruzione cerca di incrementare con zelo nel tessuto scolastico, che il govero alimenta la propria FORZA. Troppe teste pensanti fanno scomodo, si sa, e la libertà di movimento dei politici è inversamente proporzionale all'autocoscienza politica del cittadino: dunque la loro LIBERTA' determina la nostra SCHIAVITU', e le loro scelte sono inopinabili e, talvolta, nemmeno contestate dall'opposizione. 
  Come ad esempio raggiungere e ottenere la PACE con la GUERRA, a detta del ministro La Russa. Siamo stati attaccati nel tentativo di portare pace e libertà in Afghanistan, e ora siamo costretti a rincarare la nostra dose di determinazione con bombe su aerei auto-pilotati, in grado di ridurre al minimo i danni collaterali (che, in gergo militare, corrispondono ai civili uccisi involontariamente), e che ci aiuteranno nel conseguimento dell'obiettivo pacifista. Bersani dice di volerne discutere in Parlamento. Bondi si trova d'accordo - e come non potrebbe? - con il suo amichetto. Gli bombardiamo la testa a 'sti stronzi per esportare, pensa tu, la nostra democrazia. Una contraddizione in termini, considerando che "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali [...]" (Costituzione italiana, art.11).
  Si parla di ritirare le truppe entro il 2011. Ma sapete, dicono anche che la metropolitana che stanno costruendo sotto casa mia verrà terminata per la stessa data. Si promette tanto a parole, si dicono molte cose a vanvera; e trovo le forme verbali impersonali molto, molto irritanti. I fatti sono pochi, non si VUOLE lavorare seriamente per la pace. La tanto proclamata "missione di pace" ha portato solo morte e distruzione per ottenere risorse e ricchezze, ma i politici italiani ancora non si sono resi conto che tanto "altruismo" potrebbe essere indirizzato in maniera diversa e decisamente più proficua. Se veramente vogliamo portare la pace, aiutiamo il popolo afghano a ricostruire un tessuto sociale finanziando scuole, ospedali, permettendo al cittadino di costruire una società più giusta, che gli permetta di vivere una vita tranquilla e serena, senza il vessante terrore di una morte incombente; e se non siamo in grado di fare ciò, destiniamo questi fondi all'Italia stessa, che sta crollando sotto i colpi dell'assenteismo statale. C'è tanto lavoro da fare qui, e ancora si discute se finanziare la guerra in Afghanistan. Noi giovani non possiamo aspettarci niente dal futuro, se non paura e smarrimento; i precari, che stentano ad arrivare a fine mese, sguazzano nella merda fino al collo; la ricerca è sviluppata quanto la capacità oratoria di Di Pietro. Insomma, quando ci decideremo a concentrarci un po' di più sui REALI problemi dell'Italia, senza cercare di deviare l'attenzione su affari di secondaria importanza, e risolverli? quando s'inizierà ad intraprendere una politica che abbia veramente a cuore i problemi del cittadino, e non quello della figura dell'Italia a livello internazionale o del politico di turno ingarbugliato in qualche situazione personale spiacevole? 
   Molti dicono di voler vedere tornare i soldati italiani in verticale sulle proprie gambe e non in orizzontale dentro una bara. Aggiungo: cambiare la posizione del cittadino da 90 ° a eretta non sarebbe male. Magari con un pugno teso in segno di protesta.

domenica 10 ottobre 2010

Non volevo, giuro!

 Diciamo che non ero ancora psicologicamente pronto a sfrattare dal mio vecchio blog di Msn, il quale utilizzo avrebbe previsto la creazione di un nuovo indirizzo e-mail, tantatantatanta noia da parte mia e l'impossibilità di distaccarmi da un blog che da tempo sentivo di voler lasciare per i suoi contenuti troppo...distanti. Però è successo, inaspettatamente e involontariamente. Mi spiego: incuriosito dal vedere come sarebbe stato muovere i primi passi nella creazione di un blog su Blogger, mi sono messo a scrivere le prime cazzatine che ti chiedono (indirizzo, nome ecc.), più per gioco che per altro. Spinto più avanti dalla mia insaziabile curiosità e volendo vedere come sarebbe venuto un blog, ho premuto nella più totale incuranza i vari "passi successivi". Ed ora eccomi qua, a scrivere una premessa a mo' di scusa per essermi iscritto. Tanto sarebbe accaduto, prima o poi, visto che la mia grafomania deve trovare una valvola di sfogo. Vediamo come procede questo esperimento, e se durerà per più di quanto mi aspetto.
 
  Inizierò a muovere i primi passi qui dentro cercando di abbellire la mia pagina, sperando di non imbattermi in complicazioni troppo grandi per la mia conoscenza informatica pressochè assente.
  Cheers, G

sabato 9 ottobre 2010

Un piacevole sorpresa

 Dopo aver procrastinato per mesi l'ordinamento della mia libreria, oggi ho preso il toro per le corna e, con grande pazienza e determinazone, mi sono messo a sistemare gli scaffali pieni dei vecchi libri scolastici e quaderni dalle scuole elementari al ginnasio, miei e di mia sorella - ultimamente mi sto rendendo conto di come la mia camera sia lentamente diventata una specie di deposto merci. Tra i vari quaderni e disegni deliranti, con perso più alte di case e prati ad effetto LSD, ho ritrovato un piccolo libercolo rosso, rilegato con dello spago. Al suo interno vi sono contenute tre poesie che scrissi alle elementari, da cui traspirava uno smisurato amore per tutti e tutto. In particolare una poesia mi ha colpito, e vogli condividerla con voi. Il titolo è banale: "L'amore"; ma mi ha sorpreso molto il suo contenuto, perchè pensare di scrivere cose simili ora, a 11 anni di di stanza, mi fa sorridere da orecchio a orecchio.

Che cos'è l'amore?
Una cosa che non ha fine?
O qualcosa di nuovo?
Dove nasce l'amore?
Ma chissà se nasce dal cielo.

                                                                                                   23 novembre 1999

Io l'ho trovata bella nella sua semplicità, e non lo dico per erigermi a scrittore o poeta: semplicemente, mi ha colpito. Dovrei rispolverare più spesso gli scaffali delle librerie..