martedì 22 maggio 2012

La persistenza delle memorie

 Casualmente, dopo molto, molto tempo, mi ritrovo ad ascoltare una canzone che per me ha un valore spropositato. Da che ricordo, l'ultima volta che l'ho avuta per la testa è stata ai 100 giorni dalla maturità, circa 15 mesi fa. Era un periodo molto particolare: da poco avevo deciso di troncare ogni rapporto con una persona a cui mi sentivo di poter dare tanto, ma che purtroppo, e non posso biasimarla per questo, non era disposta a ricambiare. Ma, come si suol dire, "chiusa una porta, si apre un portone": e così è stato. Di lì a poco, appena voltata pagina, decisi di stare calmo; di prendermi il mio tempo, di non cercare ossessivamente qualcuno che supplisse a quella voragine che, circa due anni fa, una cometa di passaggio mi ha aperto nella vita, e di cui tuttora, nonostante sia passato molto (forse non abbastanza) tempo, conservo un ricordo ancora vivido e pulsante. Di lì a poco, sarebbe venuto qualcuno a sconvolgere la mia vita, questa volta in positivo. Mi duole doverlo ricordare in concomitanza con altri, ma sono certo che anche lui, quando eravamo insieme, avrà avuto il pensiero rivolto alle sue esperienze passate; so dunque per certo che mi perdonerà questa debolezza.
 Insomma, questa canzone mi ha fatto da colonna sonora nei momenti di rabbia e frustrazione per il mancato ricambio affettivo che tante volte ho preteso da chi pensavo provasse qualcosa per me; mi ha accompagnato mentre, solo e infinitamente piccolo, vagavo per gli sterminati boulevard di San Diego, con i suoi alti grattacieli che non facevano altro che acuire il senso di infinita nullità e impotenza che provavo. Avevo appena compiuto 18 anni e mi trovavo a sopravvivere in una grande metropoli, in cui l'unica cosa presente di me era il corpo: il pensiero era sempre rivolto a Roma e all'Italia, all'agognato ritorno.
 Dal marzo dell'anno scorso, non l'ho più pensata per svariati mesi. Ora, casualmente, mi ritrovo ad ascoltarla.

 Le cose, forse, sono cambiate poco. Forse, sono ancora eternamente perduto nei vecchi ricordi.