mercoledì 29 giugno 2011

Cronache di maturità

  La barra di Microsoft Word (uso non commerciale) lampeggia sullo schermo del pc di Giovanni W. Ha appena finito di copiare alcuni versi del Paradiso, di cui parlerà nella sua tesina di maturità. Dovrebbe commentarli, ma non ne ha voglia. La sera precedente aveva completato la parte di latino, che introduce il concetto di Musica delle Sfere dalla filosofia pitagorico-platonica fino al Somnium Scipionis di Cicerone. Roba tosta, ma interessante.
   Ora toccherebbe a Dante; ma mentre Giovanni è seduto sul divano del salotto, con vocabolari e libri di testo vari sparsi tra il pavimento, il divano stesso e il tavolino di vetro, squilla il cellulare. E' la madre, che (maledetta) è andata all'Argentario con due amiche; tuttavia, è una buona scusa per sdraiarsi a riposare due minuti sui morbidi cuscini del sofà. Gli chiede come si chiama l'esaminatrice di latino e greco del liceo Tasso, che ha in commissione. Non se lo ricorda, ma sì, se gli fa qualche nome magari gli torna in mente. E' la prof. T.? No, no, mai sentita. La F.? Sì, sì, proprio lei. Dicono che sia una strega, ma brava, dice la madre. Dicono che sia un'incapace, risponde lui. Si salutano e Giovanni è costretto a rialzarsi dal suo morbido giaciglio per rimettersi al computer. Più tardi dovrà chiamare la nonna per farle gli auguri per il suo onomastico.
  A suo favore giocano la fresca brezza del condizionatore, impostato a 23 gradi - Giovanni indossa una maglietta gialla e un pantaloncino corto, che solitamente usava durante le ore di educazione fisica, senza mutande sotto - e una specie di portachiavi che, emettendo ultrasuoni, tiene lontane le zanzare. Sono due ore ormai che sta al pc, e ha scritto meno di mezza pagina di tesina - di cui buona metà è il testo che dovrebbe analizzare. G. non ha più voglia di scrivere o di pensare in funzione del liceo. Non ha mai avuto veramente paura dell'esame, perchè lo ha sempre visto come una liberazione, uno sforzo finale per l'arrivo a un mondo ben più stimolante: è solo stanco. Vuole il meritatissimo riposo estivo, nient'altro: all'università, se ci deciderà di andarci, ci penserà in un altro momento. All'orale mancano 5 giorni, ma la tesina deve essere assolutamente completata tra oggi e domani. Tanta fatica per un'esposizione che poi durerà sì e no 10 minuti.
  Il liceo sta strappando a Giovanni l'ultimo briciolo di pazienza che ha in corpo. At tu, Ioannes, destinatus obdura.




Si ringrazia Eva Bì per l'ispirazione stilistica.

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